Codice Etico

Ma perché è così importante essere “etici” nella comunicazione?

Questa domanda mi frulla in testa da molti anni, da quando ho iniziato ad usare la comunicazione e capire che dietro a Formazione e Comunicazione c’è un forte senso di responsabilità per quello che si trasmette agli altri, siano essi una folla o una persona singola.

Definire dei valori di appartenenza e fare delle scelte, a volte anche difficili, ci pone su un piano completamente diverso e ci toglie da un imbarazzo legato alla nostra integrità morale e professionale.
Prima di trasmettere un’idea o un concetto è fondamentale verificarne le fonti, scoprire cosa altro possiamo trasferire e imparare, definire uno scopo e renderlo chiaro, trasmettere il valore di tutto questo e non lasciarsi affascinare da “titoloni” o da contenuti poco chiari (fake news).

Oggi più che mai è fondamentale definire la propria eticità e il proprio scopo. Ho scelto di non scendere a patti con le mie convinzioni e di non lavorare per qualsiasi azienda mi proponga un compenso, ma di valutarne il “peso” sociale e le implicazioni che il mio lavoro potrebbe avere sulla comunità.

Ho scelto anche di “smascherare” la comunicazione “dirty” che letteralmente sporca il dialogo tra le persone, mostrandone i meccanismi e le astuzie per raggiungere un obiettivo poco etico.

Cosa troverai nella Comunicazione Etica e Sovversiva

RISPETTO

Quando comunichiamo è la prima delle parole che non possiamo eludere. Rispettare chi ascolta, chi parla, chi guarda. Rispettare i generi, le differenze, le minoranze, le timidezze, le malattie, le unicità. Rispettare la vita come la morte. Rispetto, serve davvero spiegare questa parola? A quanto pare si!

ASCOLTO

Ascolto, non è facile, ma è utile. Non ascoltiamo più ed è un dovere ascoltare in qualsiasi relazione, sia essa commerciale che personale. Pensiamo alla nostra quotidianità quante volte non ascoltiamo perché immersi nelle nostre attività. Ma l’ascolto ci permette di dare le giuste risposte o di fare le giuste domande. L’ascolto è la base della comunicazione.

EMPATIA

Lo sanno bene i commessi e le commesse (quelli bravi) che l’empatia è il miglio modo per vendere ma lo sanno anche i genitori (quelli bravi) e gli insegnanti (quelli bravi). Essere empatici vuol dire mettersi nei panni degli altri e quindi quando scriviamo un articolo, per es., è importante non dare giudizi senza prima essersi messi “nelle scarpe altrui” . Quando affrontiamo un tema nella comunicazione è fondamentale non dare per scontato che il nostro è l’unico punto di vista e quello vero a prescindere.

LINGUAGGIO

Ormai il nostro “modello” di lettura è il post, non più di 800/1200 caratteri, elenchi puntati, # e grassetto. La povertà di linguaggio ci porta anche a non sapere più scrivere e quando lo facciamo usiamo pochi termini e ultimamente l’intercalare volgare o l’insulto sono diventati una triste costante. Abbiamo il dovere di leggere per migliorare il nostro linguaggio e abbiamo l’obbligo di dialogare con persone “colte” per alzare il livello della nostra comunicazione altrimenti diventiamo dei sassi senza anima ne linguaggio.

DIVERSITA’/UNICITA’

Nella comunicazione etica, si deve tenere conto della diversità. Non sto parlando delle minoranze ma del fatto che ognuno di noi rappresenta una sua UNICITA’ e questo fa si che siamo tutti diversi. Rispettare il percorso altrui, la vita, le esperienze, i problemi e le difficoltà ci permette di rendere la comunicazione di qualità. Facendo questo saremo sicuramente in grado poi di capire la diversità di ogni tipo e le scelte altrui senza giudicare.

CRESCITA CONDIVISIONE

Questo concetto mi ha sempre colpito. Ho sempre sentito persone timorose di raccontare troppo del proprio lavoro per paura di creare concorrenti. Ma proprio nella condivisione noi per primi cresciamo ed evolviamo. La comunicazione Etica ci porta a diffondere e condividere tutto quello che sappiamo. Una comunità può crescere se ha “saperi” utili alla sopravvivenza e alla crescita dei singoli individui.

STUDIO ANALISI VERIFICA

io la penso così e basta” Quanto fanno male le certezze alla nostra comunicazione (oltre che al nostro cuore). L’etica ci porta a verificare le notizie, studiare l’argomento, scoprire punti di vista diversi e analizzarli. E’ un gran lavoro comunicare ma è una grande responsabilità comprendere e crescere per se stessi e per gli altri.

SILENZIO ASSENSO

Quando leggiamo persone che sostengono un’idea o che attaccano una categoria o una persona in particolare, spesso pensiamo di non intrometterci per non essere poi bersagliati o perché pensiamo non serva ad aprire un dialogo. Trovo che sia un errore enorme anzi lo trovo una forma di bullismo di cui siamo tacitamente complici. Difendere, proteggere, argomentare e non lasciare solo/a la persona attaccata è un dovere della comunicazione Etica. Possiamo farlo in vario modo ma dobbiamo reagire.

RESPONSABILITA'

La parola più pesante di questo elenco. Siamo responsabili quando diciamo qualcosa ma anche quando non diciamo nulla, siamo responsabili del pensiero e delle azioni, siamo responsabili di dare una comunicazione di qualità e non “comunicazione spazzatura” (come spesso accade alla Stampa), siamo responsabili se non creiamo qualità nella comunicazione ma lasciamo che tutto corra.

Comunicare è un atto di responsabilità prima di tutto verso sé stesso e poi verso la comunità.

ETICA = Dire NO

  • Non provocare

  • No all’algoritmo (no al “basta che se ne parli”)

  • Non distruggere

  • Non dire/pensare “è solo una parola”

  • Non dire/pensare “è solo un social”

  • No all’indifferenza

SCELTE DI VITA E DI ETICA

(ovvero: “non lavoriamo per …”)

  • Settore farmaceutico (ritengo sia un settore che non incontra la nostra etica)

  • Esercito e produttori di Armi (penso non serva dire perché…)

  • Aziende con chiari comportamenti che danneggiano i propri dipendenti (salvo che non ci chiedano di aiutarli a cambiare questa condizione e lo facciano davvero)

  • Aziende che sostengono la tesi “siamo tutti sostituibili” come se fosse un valore.

  • Realtà gerarchiche che impongono la divisioni in classi/ruoli

  • Aziende che non rispettano la diversità di qualunque genere (salvo che tramite noi non vogliano iniziare un percorso di cambiamento)

Questo elenco resta aperto per future considerazioni. Non lavoreremo per queste realtà e di sicuro loro non ci verranno a cercare perché sosteniamo che le persone vadano informate e non strumentalizzate, perché crediamo nella crescita e non nel controllo, perché sappiamo che una persona che impara ad ascoltare, leggere, parlare sarà una persona che svilupperà un suo pensiero e una propria capacità di ESSERE UMANO.